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DanimarcaViticoltura in Danimarca? Ma è davvero possibile coltivare la vite oltre il 50° parallelo di latitudine nord? «Yes, of course, you can»! dichiara orgogliosamente sul suo sito la Foreningen af Danske Vinavlere, cioè l’associazione dei viticoltori danesi. Ma andiamo per ordine e vediamo come gli eredi dei vichinghi sono arrivati a produrre non solo birra ma anche vino.

 

Come dimostrano chiaramente alcuni reperti archeologici come resti di botti ma anche vinaccioli e pollini trovati in alcune tombe neolitiche, i wikinghi conoscevano il vino. Se lo producessero già all’epoca per conto proprio o se lo importassero da altre zone è difficile da verificare. Sappiamo però che con la diffusione del cristianesimo intorno all’anno mille nascono anche le prime vigne negli orti dei monasteri danesi. La centralità del vino nel rito cattolico e una temperatura media piuttosto mite nel periodo del caldo medievale favoriscono senz’altro la coltivazione della vite. 

Con la soppressione dei monasteri a seguito della riforma protestante e con l’arrivo della piccola era glaciale, che va dal 1560 al 1860, la viticoltura danese si ferma e per i prossimi secoli abbiamo poche certezze. Dopo la Seconda Guerra Mondiale troviamo poi alcuni vignaioli che praticano la viticoltura per hobby. Bisognerà aspettare ancora gli anni novanta prima che la coltivazione della vite si diffonda ulteriormente e cominci ad avere una rilevanza commerciale.
 

Viticoltura Danimarca

Il vero punto di partenza per la viticoltura danese è il 2000, l’anno in cui l’Unione Europea riconosce la Danimarca come paese vitivinicolo e permette la viticoltura commerciale su 99 ettari del territorio nazionale. Nel 2012 l’associazione dei viticoltori danesi conta già 1430 membri, di cui 90 produttori commerciali. Dal 2007 è possibile indicare la regione, l’annata e il vitigno sulle etichette. Tutti questi risultati sono stati raggiunti senza alcun aiuto finanziario da parte dell’Unione Europea o del governo danese.

Come hanno fatto è presto detto. Il contributo più importante ovviamente è venuto dai tenaci viticoltori danesi che ci hanno creduto, affiancati sin dall’inizio dall’impegno scientifico di personaggi come Jens Michael Gundersen e Benny Gensbøl due viticoltori che nel 1998 hanno scritto un libro, considerato fondamentale per la viticoltura danese (Vinavl I Danmark, purtroppo disponibile solo in lingua danese). 

Vitigno rondo

Il resto lo ha fatto il cambiamento climatico che negli ultimi anni ha spostato la zona off limits per la viticoltura europea sempre più a nord.
Come si vede dalla carta, i vigneti danesi si trovano per la maggior parte vicino alla costa e sulle isole dove l’effetto mitigante del mare del Nord e del Mar Baltico si fa più sentire. Gli inverni in Danimarca sono comunque sempre meno rigidi e dopo una selezione di alcuni vitigni con buona resistenza al freddo (fino a -25°) il vero problema per la viticoltura danese sembrano essere le temperature basse durante il ciclo vegetativo, nonché le piogge estive. In compenso il paese nordico può contare d’estate su un’insolazione giornaliera più lunga (fino alle ore 22.30) rispetto ai paesi vitivinicoli tradizionali.

Sven Moesgaard Due sono i vitigni più diffusi in Danimarca: il rondo per i vini rossi e il solaris per i bianchi. Il rondo è un ibrido creato nel 1964 dal professor Kraus nell'allora Cecoslovacchia, incrociando lo Zarya Severa con il St. Laurent. Kraus regalò la sua creazione a Helmut Becker dell’istituto di ricerca vitivinicola di Geisenheim in Germania che lo perfezionò ulteriormente. Caratterizzato da un germogliamento precoce, una buona resistenza alle gelate invernali e alle malattie come la peronospora, il rondo è alla base della maggior parte dei vini rossi danesi.

Effervescents du Monde

Negli ultimi anni la predominanza dei vini rossi ha ceduto ad un avanzamento dei bianchi prodotti per la maggior parte con uve Solaris. Questo vitigno, recentemente iscritto anche in Italia nel registro delle varietà idonee alla produzione di vino, matura precocemente e presenta un’ottima resistenza alla peronospora permettendo di ridurre drasticamente i trattamenti chimici in zone di viticoltura eroica. Il solaris fu creato nel 1975 dallo Staatliches Weininstitut Freiburg (Istituto Statale di viticoltura di Friburgo in Brisgovia) da Norbert Becker che incrociò il Merzling con il Gm 6493 (Zarya Severa x Muskat-Ottonel).

Tra i pionieri della viticoltura danese troviamo l’azienda Skærsøgaard Vin di Sven Moesgaard che si trova nello Jutland – la penisola che separa il Mare del Nord dal Mar Baltico per intendersi - vicino alla cittadina di Kolding (al 55,5° latitudine nord!) a 6 km dal mare e vicino al lago Skærsø che ha dato il nome all’azienda. Tradotto in italiano, Skær sø gaard significa, appunto, fattoria del lago di luce. L’azienda produce vini rossi, bianchi, vini da dessert e spumanti, inoltre è la prima azienda della Danimarca a produrre brandy.

La superficie vitata anche dei produttori più importanti come Skærsøgaard Vin non supera di molto i 5 ettari ma questo molto probabilmente cambierà presto perché i primi riconoscimenti internazionali sono già arrivati e i produttori danesi ormai lo sanno: yes, of course, you can.