Turismo territoriale: una strategia sostenibile
Lo sviluppo e la promozione del turismo territoriale è la via d'uscita dalla crisi che garantisce reddito e sostenibilità ambientale per il futuro.
24 giugno 2014 / Enoturismo
Più probabile sembra invece che la nuova linea segua semplicemente un calcolo strettamente economico. Le politiche turistiche rivolte al puro aumento del numero di viaggiatori non funzionano più. Solo finché di spiagge e di città con attrazioni turistiche ce n’erano relativamente poche aveva ancora senso concentrare numeri sempre più grandi di viaggiatori in poche località turistiche per contrastare almeno in parte l’effetto micidiale del restringersi dei margini di guadagno, a causa della lotta tra gli operatori a colpi di offerte super scontate. Ora però, in un mondo senza barriere, ce ne sono molte di più. E con questa crescita numerica dell’offerta turistica in un mercato globale ci vuole poco a spostare velocemente interi “pacchetti” di clienti, con la conseguenza di prosciugare all'istante la fonte di reddito dei mercati abbandonati. Basta la notizia di un virus, un allarme terroristico o semplicemente la notizia di un’ offerta ancora più economica e tutte le iniziative rivolte al rilancio del turismo attraverso numeri più grandi e prezzi più bassi svaniscono in un lampo. Una spiaggia che costa meno si trova facilmente.

Proponendo le eccellenze artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche che affondano le loro radici in un territorio ben definito, il turismo territoriale, non teme la concorrenza. Resiste alla politica suicida dei prezzi al ribasso grazie alla sua offerta di un’ esperienza non omologabile e irripetibile perché rivolta alla condivisione di un territorio, alla convivialità temporanea di una ambiente creato e curato dal lavoro quotidiano dei suoi abitanti. La terra delle Langhe, dichiarata dall'UNESCO, insieme al Roero e al Monferrato, patrimonio dell'umanità, non può essere trasferita all’estero o riprodotta a basso costo in Cina. Le città d’arte dell’Italia e le sue zone archeologiche non possono essere copiate da altri, così come sono unici i viali di cipressi della Toscana. Ancor meno si possono clonare un vino che esprime fedelmente le caratteristiche del suo territorio, un formaggio a latte crudo capace di comunicare le fragranze inconfondibili della sua terra o un olio extra vergine che si è sposato dai tempi lontani con i sapori della cucina locale.
Tramontati i piani di un tempo non tanto lontano, di voler trasformare quest’isola in una Ibiza toscana, si è sviluppata con gli anni una rete di produttori, ristoratori e rivenditori di tutta l’Elba che insieme promuovono la cultura del cibo e del vino locali. Produttori come Arrighi, La Galea o Montefabbrello, da anni alla ricerca della territorialità nei loro vini prodotti con uve del vitigno autoctono aleatico, hanno fatto il primo passo e con la nascita dell’Enoteca della Fortezza a Portoferraio, dove si possono assaggiare, insieme ad altri prodotti tipici dell’isola, praticamente tutti i vini dell’Elba, il viaggiatore alla ricerca dei sapori territoriali trova un punto di riferimento. A queste iniziative rivolte a creare una rete enogastronomica territoriale si è aggiunta recentemente una piattaforma informatica comune, strumento indispensabile per il marketing turistico moderno: ElbaTaste.
Per evitare che esempi come la rinnovata viticoltura sull’isola di Capraia, portata avanti dall’azienda vinicola biologica La Piana, rimangano isolati e slegati dalle altre iniziative. Dopo che la Toscana Mini Crociere, nata dall’iniziativa della guida ambientale Alice Colli, ha completato la rete di trasporto offerta dalle grandi compagnie di navigazione, le varie attività nel campo enogastronomico e turistico dell’arcipelago toscano possono finalmente integrarsi tra di loro creando sinergie e plusvalore economico per tutto il territorio. Ora tutte le isole non solo sono facilmente raggiungibili ma potrebbero essere un giorno connesse fra di loro con una strada enogastronomica che permetta di passare da un produttore all’altro come lo può fare da anni il viaggiatore in visita alle cantine e ai castelli della Loira.Collegando le maglie di una rete sempre più fitta fra tutti i produttori ed operatori del settore enogastronomico e turistico di una determinata zona si prepara il terreno fertile su cui prospera un turismo sostenibile. “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza.” (Carlo Petrini).
